Stabilità microbiologica
I microrganismi non sono solo responsabili della trasformazione degli zuccheri in etanolo o dell’acido malico in acido lattico, ma forniscono anche polisaccaridi durante la gemmazione e la lisi, sono responsabili della rivelazione degli aromi varietali a partire dai loro precursori non odorosi o della formazione di esteri nei vini con profilo amilico o della produzione di sensazioni avvolgenti con la glicerina. Tuttavia, una volta terminata la fermentazione alcolica e malolattica, diventano nemici della qualità del vino e possono generare composti indesiderati come fenoli volatili, acido acetico o addirittura rifermentazioni in bottiglia che causano torbidità.
Esistono diverse strategie per ottenere la stabilità microbiologica dei vini prima dell’imbottigliamento e le analisi microbiologiche permettono di quantificare il rischio e le strategie più appropriate per ciascuno di essi. Il contenuto alcolico, l’assenza di nutrienti, la presenza di zolfo, la correzione dell’acidità e le basse temperature di conservazione dei vini sono alleati che impediscono lo sviluppo di molte specie di microrganismi che in altre condizioni come il mosto potrebbero svilupparsi rapidamente. Tuttavia, esistono microrganismi che si sono adattati a queste condizioni e che costituiscono un problema nella conservazione, nell’invecchiamento e nell’imbottigliamento. Inoltre, la lenta evoluzione derivante dalle condizioni limitanti in cui si trovano, farà sì che si sviluppino come un pericolo silenzioso che approfitterà di condizioni migliori per il proprio sviluppo.
Microrganismi a rischio: Brettanomyces/Dekkera
Uno dei microrganismi più rischiosi per la sua adattabilità è il Brettanomyces/Dekkera. La pericolosità di questo lievito non-Saccharomyces risiede nella sua capacità di svilupparsi a partire da popolazioni molto ridotte, con conseguenze diverse sul vino a seconda del livello di contaminazione.
Uno strumento di comprovata efficacia nel controllo delle Brett è il chitosano. Questo derivato della chitina ha una capacità antimicotica ad ampio spettro ed è particolarmente efficace contro i batteri non-Saccharomyces e i batteri lattici. La sua applicazione permette di ridurre la carica di Brettanomyces, svolgendo una doppia azione su questi lieviti: azione fisica + azione biologica.
Soluzione con Microstab Protect
La combinazione di chitosano con antiossidanti (GSH) e antiossidanti (tannino) permette di utilizzare Microstab Protect come strumento per controllare l’evoluzione del vino dai tre punti di vista necessari alla conservazione. La sua applicazione nel vino permette:
- Azione preventiva sulle basse popolazioni che possono rappresentare un rischio futuro per la qualità del vino.
- Azione curativa su popolazioni importanti che stanno causando un difetto nel vino.
- Azione in sinergia con lo zolfo, riducendone la combinazione grazie all'apporto di glutatione in forma ridotta, un potente antiossidante di origine naturale.
- Produzione di vini senza o a basso contenuto di zolfo grazie alla sua triplice azione: antimicrobica, antiossidante e antiossidante.